Psicologia

Sofferenza psichica e psicofarmaci

SOFFERENZA PSICHICA, ansia e depressione: gli psicofarmaci sono necessari, ma non bastano e da soli non “guariscono” nessuno (di Carla Stroppa – analista junghiana)

«Come negare che il farmaco ci vuole quando – tanto per fare un esempio eclatante – la depressione è così profonda, così pervasa da vissuti e immagini mortalmente illusorie, da non offrire nessun aggancio alla psicoterapia. (…)
A un essere umano che sta sprofondando nella palude delle sue cupe fantasie non è il caso di parlare di sole e arcobaleni. Occorre buttargli una corda e spesso questa corda è il farmaco.
D’accordo, ma basta il farmaco? Per tornare sulla terra – non come entità meccaniche provviste di un cervello ricetrasmittente funzionante, ma come esseri umani interi e palpitanti, provvisti di un corpo con tutti i suoi umori, di fantasia, di emozioni, disperazioni, speranze e illusioni peculiari, provvisti insomma di una soggettività che tende in modo naturale a espandersi nel mondo, per questo, no, non basta il farmaco, occorre ben altro ed è in larga misura inafferrabile dalla mente scientifica.
Conosciamo troppe vite segnate dalla depressione e dal dolore esistenziale che si declina in svariate psicopatologie massicciamente contenute (o aggredite?) dai farmaci e non per questo alleviate nella loro sostanza. Cosa occorre allora?
Conosciamo troppe vite stampellate dai farmaci, codificate dentro misurazioni, meticolosamente diagnosticate, magari anche sostenute da perfette conoscenze teoriche che sentenziano la necessità di abbandonare il piano illusorio per aderire al “principio di realtà”, ma non per questo sono vite che hanno il gusto di vivere e la capacità di espandersi nel mondo e di trovare una vera ragione di vita.
Vale la pena di considerare quanto Jung diceva a proposito dell’intima essenza del malessere, ossia il fatto che l’individuo nevrotico è quello che non è riuscito a comprendere il suo significato esistenziale in relazione al mondo, il perché del suo esserci qui e ora e per questo è sempre in lotta con se stesso e con gli altri.
La realtà per Jung non è solo quella esterna misurabile e sistematizzabile dall’Io cosciente, bensì reale è tutto ciò che agisce psicologicamente.
Mi pare quasi superfluo a questo punto sottolineare quanto i sogni, le emozioni, le fantasie, le immagini interiori, le speranze, i dolori, le illusioni, insomma i fantasmi che abitano la non misurabile “terra dell’anima”, di fatto agiscano a livello psichico e condizionino il comportamento e dunque rientrino a pieno diritto nella sfera del reale.
Non siamo macchine ma esseri complessi e la nostra ragione d’essere non si esaurisce in un funzionamento meccanico del cervello che certo coordina e garantisce le funzioni di base, ma di fronte alle grandi interrogazioni della vita vacilla e a volte delira nel vano tentativo di governare l’ingovernabile.
In fondo quella della scienza esatta è la più grande e la più arrogante delle illusioni: sconfiggere il male, il tempo, la morte. Diceva Nietzsche riferendosi alla scienza esatta:
“Vogliono la regola, perché essa toglie al mondo il suo aspetto pauroso. La paura dell’incalcolabile è l’istinto segreto della scienza.”

di Carla Stroppa – Fantasmi all’opera. L’imperiosa realtà dell’illusione – Edito da Moretti&Vitali 2012, pp.14-16

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